“The Choice (La Scelta)”.
Dal 3 all’8 aprile 2018
Inaugurazione: giovedì 05 aprile, dalle ore 18.00.
Info: info@rinotelaro.org – www.studiora.eu
Quattro artisti, Michaël Beauvent (B), Irina Danilova (USA), Raffaella Losapio (I) e Rino Telaro (I) presenteranno le loro opere in funzione di una propria scelta.
Michaël Beauvent
«J’étais bien installé dans mon fauteuil.
Mais cette valise me titillait, elle devenait une question, une obsession, un choix que je n’arrivais pas à faire.
Pourquoi être préoccupé par cette valise, alors que je suis confortablement assis dans mon fauteuil ? »
“Ero confortabilmente seduto sulla mia poltrona.
Ma quella valigia mi stuzzicava, sembrava farmi delle domande, un’ossessione, una scelta che non riuscivo a fare.
Perché preoccuparmi di quella valigia se sono comodamente seduto sulla mia poltrona?”
Irina Danilova
“My Choice is to light and to build. I live and work by the fact that darkness cannot be win by a stick but even one lit candle makes a difference. I prefer to connect and build instead of cut off and destroy. In art and life, I cannot concentrate on negatives and I do not want to add anything negative to this world. My mission is to bring through my art only positive energy and structural ideas.”
“La mia scelta è illuminare e costruire. Vivo e lavoro per il fatto che l’oscurità non può essere vinta con un bastone, perfino una candela accesa fa la differenza. Preferisco connettermi e costruire invece di essere tagliata fuori e distruggere. Nell’arte e nella vita, non posso concentrarmi sul negativo e non voglio aggiungere nulla di negativo a questo mondo. La mia missione è portare attraverso la mia arte solo energia positiva e idee strutturali.”
Raffaella Losapio (Letter)
“La mia scelta è la Luce che consente la visione del mondo che ci circonda, ma anche di ciò che è lontano miliardi di “anni luce” appunto, come le galassie. Essa è la messaggera di tutto l’universo in espansione accelerata. Ne conserva memoria e ci consente di indagare nel lontano passato e di comprendere l’evoluzione cosmica.”
Rino Telaro
“Perché scegliemmo di organizzare una società basata sul principio evoluzionistico della materia anziché quello spirituale nonostante questi siano indivisibili?
Oggi, quella spiritualità ci manca e non riuscendo a trovarla nella realtà di tutti i giorni, ci siamo creati un mondo virtuale dove è possibile immaginare di viverla. Purtroppo, non essendo legata al reale, ci fa sentire ancora più soli e miseri.”
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“The choice (La scelta)”
Spesso, durante la nostra vita, ci troviamo a dover fare delle scelte: personali, collettive o imposte. Difficili o facili.
La scelta personale sembrerebbe essere libera poiché interessa il soggetto stesso con conseguenze individuali atte a modificarne il comportamento ed il pensiero. Essa, oltre che modificare le abitudini ed il pensiero di chi la effettua, modifica anche la relazione che si ha con gli altri i quali sono costretti ad operare una nuova scelta a causa di un cambiamento sopravvenuto. Ne possiamo quindi dedurre che, in entrambi i casi, la scelta non è libera ma imposta. Anche la scelta prima del cambiamento non è stata libera ma condizionata da vari fattori come il luogo di nascita, l’ambiente familiare in cui si è cresciuti, la scuola che si è frequentata, le credenze religiose vigenti nella società di appartenenza. La seconda scelta, pur apparendo “libera”, di fatto non lo è perché, nell’operare tale scelta, l’individuo deve adottare nuovi parametri che egli stesso si è imposto, senza tener conto di quanto abbiano potuto influire i condizionamenti del momento. La scelta, se è limitata ad alcune esigenze che riguardano un campo molto ristretto delle possibilità dell’individuo, può sembrare libera, eppure non è così, perché non si può scegliere ciò che si preferisce se non ci sono le condizioni favorevoli per esercitarla come ad esempio: le condizioni economiche, spirituali o di movimento.
La scelta collettiva è quella scelta che si dovrebbe effettuare per il buon funzionamento del bene comune, utile alla collettività e non a beneficio di un gruppo di individui, come associazioni, partiti politici, sette o aggregazioni religiose. Generalmente, chi è preposto a dover compiere questo tipo di scelta è il politico o chi siede a capo di strutture piramidali, verticistiche, che, in quanto tali, sono antidemocratiche per definizione quindi, la scelta, anche in questo caso non è libera, ma dettata dal programma imposto dal gruppo dirigente che, spesso, attua una politica o una condotta aziendale tale da accentrare i benefici ottenuti per la propria ascesa fino al conseguimento dell’obiettivo.
Anche chi, pur non appartenendo a gruppi piramidali, ma semplicemente scelto dalla comunità come persona moralmente onesta, capace di apportare quel beneficio collettivo richiesto, deve far fronte alle sue esigenze personali e solo se queste sono più o meno simili alle esigenze collettive ne accetterà il ruolo altrimenti, quasi istintivamente, sarà portato a trarne vantaggi personali. Altra ipotesi, è quella di ammettere che vi sia una integrità mentale da parte di chi è al potere, tale da potere rinunciare alle ambizioni personali per il bene della comunità. Poiché il bene sarà per la comunità ed essendone egli stesso un membro, ne riceverà comunque un beneficio.
Infine, la scelta imposta è quella che volente o nolente siamo costretti a fare perché qualcuno o qualcosa ci priva delle sue infinite possibilità, per proporcene solo alcune a cui non possiamo sottrarci come la necessità di sopravvivenza. Una scelta imposta, ovviamente, mina la dignità e la libertà dell’individuo poiché lo sottopone a schiavitù, a sottostare al volere di chi detiene un determinato potere e sceglie di utilizzarlo per i propri fini, venendo meno a quei principi fondamentali che caratterizzano il pensiero filosofico di Aristotele e San Tommaso secondo i quali una scelta si effettua sempre per migliorare, quindi il suo obiettivo deve essere sempre e solo il bene.
Di fronte a scelte imposte, il non scegliere non elimina l’imposizione, inoltre, il non scegliere è di per sé una forzatura che si attua per salvaguardare la propria coscienza. Interessa l’Io ed il proprio posizionamento rispetto all’universo e ad una società i cui valori democratici e umanistici sono parte integrante del pensiero e del comportamento personale. Il non scegliere è rinunciare ad una parte della propria struttura biologica per salvaguardare quella spirituale.
In conclusione, la scelta è libera?